Ogni anno il Rapporto Svimez fotografa la geografia del grado di sviluppo del Mezzogiorno italiano.
Dai dati dell’indagine del 2019 emerge la necessità di rafforzare la capacità delle nostre amministrazioni centrali e regionali di utilizzare appieno le risorse dei fondi strutturali e di investimento europei, anche in vista del nuovo ciclo di programmazione in cui il nostro Paese potrà disporre complessivamente, tra risorse comunitarie e nazionali, di circa 60 miliardi di euro.
Di queste risorse, il 70% sarà destinato alle nostre Regioni meno sviluppate che da 5 dell’attuale ciclo di programmazione (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) passano a 7, con l’aggiunta di Molise e Sardegna.
Il ciclo 2021-2027 si baserà su 4 ambiti di intervento e sarà improntato ad una progressiva riduzione degli oneri di gestione, ben evidenziati in 80 misure di semplificazione.
Rispetto alla programmazione 2014-2020 in corso, lo stato di attuazione dei programmi operativi 2014-2020, rilevabile dai dati di monitoraggio a giugno 2019 e dalla certificazione delle spese sostenute aggiornate al 31 luglio 2019, mostra un processo di realizzazione lento con alcuni elementi di particolare debolezza. A giugno 2019, le risorse complessivamente disponibili in Italia per la politica di coesione europea a valere sui Fondi strutturali (FESR e FSE) ammontavano a circa 54,3 miliardi di euro, di cui circa 34,5 miliardi di risorse comunitarie e 19,7 miliardi di risorse di cofinanziamento nazionale. A fronte di queste risorse, risulta un avanzamento, in termini di impegni, del 49,34% e del 23,66% in termini di pagamenti.
Nelle Regioni meno sviluppate del Sud i dati medi degli impegni e dei pagamenti dei POR della Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia sono pari, rispettivamente, al 37,46% e al 19,78% delle dotazioni finanziarie. I valori medi di attuazione per queste regioni sono inferiori di circa 7 e 4 punti percentuali rispetto al dato medio complessivo di tutti i POR. Per i PON, lo stato di attuazione, in relazione agli impegni, è più avanzato rispetto ai POR di tutte le regioni, ma soprattutto di quelle meno sviluppate, dove costituiscono il 57,2% del contributo assegnato (a fronte del 37,5% dei POR) mentre la differenza tra PON e POR registra performance pressoché analoghe riguardo all’andamento dei pagamenti.
La spesa monitorata dal Fondo Sviluppo Coesione, dove confluiscono le risorse finanziarie aggiuntive nazionali destinate al riequilibrio economico e sociale, è pari a soli 37,6 miliardi (30 giugno 2019), di cui realmente pagato soltanto 1 miliardo (2,8%). Il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC, ex FAS, Fondo per le aree sottoutilizzate) è, congiuntamente ai fondi strutturali, il principale strumento per il finanziamento della politica di coesione, dove confluiscono le risorse finanziarie aggiuntive nazionali destinate al riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese.
Ciò dimostra un’evidente difficoltà delle Amministrazioni centrali, regionali e locali – come evidenziato dal Rapporto Svimez - di utilizzare pienamente un patrimonio di risorse che potrebbero generare una vera crescita delle regioni del Mezzogiorno.
Approfondimenti
Presentazione del Rapporto SVIMEZ 2019 sull’economia e la società del Mezzogiorno. NOTE DI SINTESI Il Mezzogiorno nella nuova geografia europea delle disuguaglianze
Regolamento Sviluppo regionale e coesione
Novità per gestione dei fondi 2021-2027, 80 misure per la semplificazione
Politica di coesione: debolezze e prospettive della programmazione europea post 2020
Dai risultati del Rapporto SVIMEZ 2019 sull’economia e la società del Mezzogiorno, un focus sul post 2020 e i ritardi nell’attuazione della programmazione europea 2014-2020
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